Lo scorso anno abbiamo intrapreso un percorso speciale: guardare al corpo non solo come struttura anatomica, ma come un sistema vivo e interconnesso. Abbiamo esplorato insieme le diverse parti che lo compongono, osservandone il funzionamento e integrando respiro, movimento e consapevolezza.
Scoprire in profondità una singola zona del corpo ci ha permesso di muoverla meglio, di portare lì il respiro consapevole e di comprendere come ogni punto sia inevitabilmente collegato agli altri. Il corpo non è mai “a compartimenti stagni”, ma un insieme armonico, una rete che unisce materia, energia e coscienza.
I piedi: radici della nostra struttura
Siamo partiti dai piedi, la base su cui poggia il corpo.
Non a caso i maestri di Tai Chi dicono che i piedi devono essere “scorrevoli come fiumi, ma stabili come montagne”. Sono i nostri pilastri, il punto d’incontro con la terra, strumenti di radicamento e direzione.
Abbiamo visto come la loro anatomia racconti molto del nostro equilibrio e di come ci muoviamo nel mondo.
L’addome: il centro vitale
Dal basso ci siamo spostati verso l’addome, il vero centro fisico del corpo. È una zona muscolare che custodisce organi fondamentali e da cui nascono i movimenti degli arti.
Durante la pratica yoga il controllo della cintura addominale è essenziale per la respirazione e per l’attivazione di Uddiyana Bandha, che sostiene il flusso dell’energia vitale.
La cassa toracica: spazio e respiro
Più in alto troviamo la cassa toracica, contenitore del cuore e dei polmoni. Grazie alla mobilità del diaframma e delle coste, diventa il nostro spazio del respiro.
Il petto, le scapole e le spalle rappresentano non solo una struttura, ma anche un simbolo di forza, apertura e capacità di accogliere.
Bacino e psoas: sorgente di energia
Il bacino è la cerniera tra busto e arti inferiori. È sostegno e protezione, ma anche sede di energia sottile: qui risiedono Muladhara e Svadhistana chakra, insieme a Mulabandha.
Lo psoas, definito il “muscolo dell’anima”, collega profondamente corpo e mente, influenzando il nostro equilibrio interiore.
Arti inferiori: il ponte degli elementi
Le gambe ci hanno mostrato come il corpo sia unione di elementi:
- Terra nei piedi che radicano
- Acqua nel bacino che accoglie
- Fuoco nell’addome che sostiene
- Aria nella cassa toracica che respira
Muovere le gambe non significa solo forza e flessibilità, ma anche meditazione in cammino, come ci ricorda Thoreau: “Il momento in cui le mie gambe iniziano a muoversi, i miei pensieri iniziano a fluire.”
Le mani: creare ed accogliere
Le mani sono porte tra visibile e invisibile, strumenti di azione e intenzione. Attraverso le Mudra diventano veicolo per riequilibrare gli elementi e per trasformare l’equilibrio: dai piedi alla terra, fino a un sostegno nuovo nelle inversioni, quando affidiamo il corpo alle mani.
La colonna vertebrale: asse vitale
La colonna vertebrale, Merudanda, è il bastone sacro che unisce radici e spazio. Non rigida ma fluida, è un’onda che permette stabilità e mobilità.
È la via di passaggio dell’energia vitale lungo Sushumna Nadi, la dimora dei sette chakra.
Gola, collo e testa: il ponte della comunicazione
Infine siamo arrivati a collo e testa, luogo di Vishuddha chakra, ponte tra cuore e mente. Qui impariamo a lasciare andare pensieri e tensioni per ritrovare chiarezza e spazio interiore. La pratica ci invita a unire movimento, respiro e silenzio, per esprimere in modo autentico ciò che siamo.
Un corpo, un sistema unico
Questo viaggio ci ha insegnato che ogni parte del corpo ha una sua funzione e una sua energia, ma nessuna è isolata. Piedi, addome, torace, bacino, arti, mani, colonna, gola e testa sono fili di una stessa trama.
Attraverso lo yoga impariamo a percepire questa unità e a trasformare il corpo in strumento di consapevolezza, respiro e libertà.
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